“La legalità dell’illegalità: da Terezin a Gaza”

Mercoledì 27 marzo la classe 5C del Liceo Respighi ha presentato nella suggestiva cornice dell’ex Chiesa del Carmine alla cittadinanza il suo cortometraggio “L’eco della memoria. Trame di speranza”, elaborato per il progetto “La legalità dell’illegalità: da Terezin a Gaza” nell’ambito di ConCittadini, progetto dell’Assemblea legislativa dell’Emilia Romagna. Invitiamo tutti a vedere il cortometraggio sul canale YouTube del liceo e riproduciamo qui le importanti parole che oggi le studentesse e gli studenti della 5C hanno pronunciato per presentare il loro lavoro.

 

“Oggi siamo qui per illustrarvi e darvi qualche informazione in più a proposito del cortometraggio “L’eco della memoria. Trame di speranze”, che abbiamo prodotto per questo progetto. Iniziamo col dirvi che, per portare a compimento il lavoro, ci siamo messi in gioco lavorando assiduamente per tanto tempo e cercando di tirare fuori il meglio da ognuno di noi: non è stato semplice mettere d’accordo 18 teste differenti, ma abbiamo sperimentato sulla nostra pelle la soddisfazione che si genera nell’accogliere e fare nostre le idee altrui e il valore della collaborazione.

 

Per il progetto Abbiamo scelto di affrontare una tematica che ci sta particolarmente a cuore, cioè la resistenza culturale, perché siamo estremamente convinti del fatto che la cultura possa davvero salvare la nostra vita e quella di tutte le persone che ci circondano, qualunque siano le difficoltà che si presentano sul nostro cammino.

 

Nel corso della sua storia, l’uomo ha sempre trovato nella cultura quella via d‘uscita dalle situazioni di più profonda sofferenza. Pensiamo per esempio all’arte, alla musica, alla letteratura, al teatro… sono tutte delle armi benefiche che si sono dimostrate essenziali. 

Anche in questo preciso istante ci sarà sicuramente qualcuno in questa stanza che sta cercando di superare una o più difficoltà utilizzando una forma di resistenza culturale, quale può essere la musica, e magari lo sta facendo senza nemmeno accorgersene. 

E sicuramente queste forme di difesa sono state maggiormente sfruttate nei momenti più tragici nella storia dell'umanità, in quei momenti in cui anche i più basilari diritti umani sono stati violati.

Ecco, un fatto che abbiamo voluto sottolineare è come le persone che si sono trovate in serio pericolo di vita, come quelle nel campo di Terezin o sotto i bombardamenti a Gaza, si siano rese conto di quanto sia importante la cultura. 

 

Ciò che ha reso il tutto più emozionante e che ci ha permesso di avvicinarci all’argomento e sentirlo nostro, è stata soprattutto la nostra visita presso il campo di Terezin a febbraio di quest’anno, durante la quale abbiamo avuto la possibilità di sperimentare quanto fosse complicata la vita all’interno del campo, anche se ovviamente in modo totalmente insignificante rispetto a come era davvero. Ed è proprio in quel momento che abbiamo rivalutato l’importanza della memoria e di come sia essenziale ricordare le atrocità commesse e soprattutto parlarne. Ed è questo il motivo per cui abbiamo scelto come protagonisti del nostro cortometraggio un nonno e la sua nipotina, per sottolineare il valore della memoria specialmente tra generazioni, perché c’è il rischio che le generazioni future sentendo lontane le disumanità subite dai popoli oppressi, dimentichino e ricommettano gli stessi errori.

 

Durante la nostra visita, ci hanno anche illustrato alcune delle forme di propaganda sfruttate per promuovere il campo. La forma più eclatante è stata la partita di calcio girata nel film “Hitler regala una città agli ebrei”.  La partita che abbiamo inserito nel cortometraggio è però una delle vere partite, quelle poche permesse, che venivano giocate dai reclusi sempre come forma di resistenza. Quindi non solo l’arte era utilizzata per alleviare le difficoltà, ma anche lo sport

 

Ciò che ci ha colpito maggiormente di questo progetto e che ci ha dato una spinta in più è pensare al fatto che nel 2024 ci siano ancora ragazzi come noi che vivono in condizioni di estremo disagio e difficoltà causate dalla guerra e che, nonostante si sia sempre parlato di memoria e dell’importanza di non commettere gli errori del passato, questi stessi errori vengono commessi periodicamente. Questo ci incentiva ancor più a voler fare qualcosa per aiutare queste persone a ritornare ad una   normalità come la nostra. 

 

Il progetto, e tutto quello che ha comportato, ci ha fatto particolarmente riflettere sulle nostre emozioni, perché, grazie soprattutto alla visita a Terezin, ci siamo davvero avvicinati all’argomento come non avevamo mai fatto. Sicuramente abbiamo provato emozioni contrastanti: abbiamo provato un misto di commozione, rabbia e dolore sia per quello che è successo a Terezin sia per quello che sta succedendo a Gaza, ma anche un certo sollievo nel sapere che gli oppressi abbiano trovato comunque, nonostante tutto, dei metodi per andare avanti e rimanere umani.

 

Durante questo percorso inoltre ci siamo accorti che Terezin e Gaza non sono eccezioni, anche solo seguendo un ordine cronologico tra il 1940 e il 2024, i diritti umani sono sempre stati violati durante le guerre in ogni parte del mondo, dall’Iraq, passando per il Vietnam e lo Yemen, fino arrivare in Ucraina.

 

Per concludere vorremmo ringraziare la dirigente scolastica e la dott.sa Milena Tibaldi Montenz, che ci ha permesso di prendere parte al progetto e tutto il nostro corpo docenti che ci ha sostenuto e aiutato nel lavoro. Un ringraziamento speciale va alla professoressa Gazzola che ci ha seguito, supportato e anche un po’ sopportato durante tutti questi mesi.”

gasza 2

Link al video

https://drive.google.com/file/d/17IfziA4i4npJd__QtNMUEkOO0-k_Zs3l/view?usp=drivesdk